giovedì 1 agosto 2013

1 agosto, presa di servizio ... e inizio attività


Alle studentesse, studenti, docenti e personale tecnico amministrativo dell'Università di Trieste, oggi inizia il mio mandato di Rettore dell'Università di Trieste ed inizio assieme a voi un cammino che durerà sei anni. Sei anni possono essere lunghi, possono essere difficili e si spera che possano essere gratificanti: per questi motivi non dobbiamo rinunciare a dirci la verità. La situazione del Paese è ancora difficile e l'Università, nel bene come nel male, è lo specchio del paese: non siamo né migliori né peggiori delle tante persone che incontriamo ogni giorno per la strada, non siamo più intelligenti o più onesti e soprattutto non siamo un mondo a parte, perciò nessuno può permettersi il lusso di essere semplice spettatore degli eventi: potremo fare quello che la vostra collaborazione ci consentirà di portare avanti.
 
Cerchiamo, tutti assieme, di rendere il nostro Ateneo non deprimente per chi lo vive dall'interno ed attraente per chi non ne fa parte.

La speranza deve nutrirsi di impegno, non di sogni o di illusioni: ci stanno davanti prove difficili e se davvero vogliamo superarle dovremo con pazienza riaggiustare quanto oggi funziona poco o funziona male, dovremo aiutare chi vuol essere aiutato, offrire buone ragioni a chi si sente demotivato, soprattutto dobbiamo riprendere con orgoglio la consapevolezza culturale di coloro che vollero il nostro Ateneo prima ancora del 1914, una precisa identità culturale proiettata in sede internazionale. Non abbiate paura dell'altezza della meta, perché assieme possiamo riuscirvi a difesa della nostra dignità e del futuro dei nostri giovani.

Conservatemi la vostra fiducia e la vostra critica, io vi assicuro il mio laborioso impegno.


Maurizio Fermeglia
Rettore dell'Università di Trieste

sabato 8 giugno 2013

Risultato finale

Care colleghe, cari colleghi, del personale docente, tecnico amministrativo ed assegnisti di ricerca
Care studentesse, cari studenti,
la sera del 6 giugno 2013 sono stati pubblicati i risultati dell'elezione del Rettore. Sono risultato il vincitore con il 54% dei voti.
Un sentitissimo ringraziamento a tutti voi accompangato da un impegno a portare avanti il programma di lavoro che ho discusso con tutti voi ed è riportato nel mio sito web.

Grazie a tutti
Maurizio Fermeglia

sabato 1 giugno 2013

RIngraziamenti per il voto del 30 maggio


Care tutte, cari tutti

L'altissima affluenza al voto ha dimostrato che crediamo nella partecipazione, che vogliamo il confronto delle idee, che ci riconosciamo in una casa comune. La consapevolezza di essere comunità batterà il senso di solitudine, l'umiliante sensazione di essere una rotellina insignificante di un meccanismo impietoso, proteggerà la dignità della persona e del suo lavoro, qualunque esso sia.

Sono dunque orgoglioso di essere parte di questa comunità e sono onorato di aver ricevuto da tante e tanti di voi attestazioni di stima e di condivisione di almeno una parte delle idee che ho proposto. Grazie, grazie davvero.

Vorrei leggere il vostro voto come un patto tra gentiluomini e gentildonne per la trasparenza e per il rispetto reciproco, perché è di questo che abbiamo assoluto bisogno tutti noi. Una comunità va avanti quando l'insieme funziona, la ricerca assieme alla didattica, l'amministrazione assieme alle scelte gestionali, il Rettore assieme ai ragazzi delle cooperative delle biblioteche. Questo ha gridato il vostro voto, solidarietà! E io non posso che dire, sottovoce, grazie.

martedì 28 maggio 2013

Lettera aperta


Care tutte e cari tutti,

Con il biblico Qohelet potrei dirvi “Niente di nuovo sotto il sole”: poche ore ci separano dal voto e, come sempre, piovono accuse accorate, fermi propositi di rifondazione del mondo per tutto ciò che il buon Dio ha lasciato in sospeso, astuti distinguo. In tutto questo, da ingegnere talora privo di fantasia, non sono capace di recitare una parte. Non ho promesso la luna, perché la luna non è mia né è a portata di mano, ho lanciato qualche avvertimento – questi sì, fondati su fatti che tutti possono constatare - , ho avanzato alcune proposte, che voi giudicherete se sono o no ragionevoli. Se qualcosa ho fortemente voluto, ebbene questa è stata la chiarezza: forse mi concederete che sono stato il primo a presentare un programma scritto, ad aprire un blog aperto a tutti, a rendere noti i nomi delle persone che più mi sono state vicine e che mi hanno aiutato a chiarirmi le idee. Non sono, come più volte ho detto, i nomi dei futuri delegati, ma solo quelli di coloro che hanno contribuito alla stesura del programma. In questo ho scelto molto differentemente dai miei colleghi candidati, che non hanno fatto nomi.

La lettera al Piccolo del prof. Rinaldo Rui ha suscitato molte polemiche. Le sue sono opinioni personali di studioso e di docente di tutto rispetto, ma sono state interpretate solo in termini di campagna elettorale. Su alcuni dei temi avanzati dal prof. Rui tutti noi dobbiamo dire qualcosa, sul progressivo dimagramento del corpo docente che mette a grave rischio l’attuale offerta didattica, sulle difficoltà della situazione del personale tecnico amministrativo, non certo imputabile al cieco fato, al destino cinico e baro. È ridicolo che la questione venga posta in termini personali, “Peroni colpevole” o “Peroni santo subito!”, ridicolo e fuorviante: chi lavora sbaglia, solo chi non fa niente non sbaglia mai.

Mi spiace, piuttosto, che mi siano state attribuite intenzioni che non ho mai espresso e che sono molto lontane dal mio sentire. Non intendo essere il rappresentante delle scienze ‘dure’, come spero di aver dimostrato come Presidente del Consiglio delle Strutture Scientifiche e con il mio operato nelle Commissioni alle quali ho partecipato. Quanto possa valere il ragionamento sull’afferenza scientifica del candidato si rivela appieno se si ribalta la prospettiva: accetterebbero i colleghi Abbattista, Battelli e Rega di essere considerati i rappresentanti della corporazione – poniamo – dei poeti e letterati? Certo, oltre tre anni fa sono stato firmatario, assieme ad altri colleghi, di un documento nel quale si sollecitava l’attenzione del governo dell’Ateneo sul sistema scientifico complessivo dell’area triestina e si avanzavano proposte concrete. Purtroppo quel documento non ricevette alcuna attenzione e oggi qualcuno afferma che allora "i tempi non erano maturi". Che stravagante idea e quanto tempo perso! La crescita di un Trieste University System farebbe bene a tutti, non solo a una parte di noi.

Non dimentico la dimensione regionale, ma al di là delle buone intenzioni vorrei richiamare me stesso e tutti al realismo del quotidiano: che il nostro Paese non possa permettersi due Università generaliste a 70 km di distanza è questione di semplice buon senso, dunque in discussione non è la prospettiva di un’interazione con l’Università di Udine, ma i modi dell’interazione stessa, modi che a tutt’oggi non sono sempre stati commendevoli. L’università di Udine è fortemente appoggiata (e dunque determinata) dal suo territorio e dalle forze politiche che esso esprime; noi non possiamo dire altrettanto: chiudere gli occhi davanti a questi fatti non è buona politica. Mi permetto di aggiungere che avere un Assessore ben disposto nei confronti della nostra Università può essere un bene auspicabile, ma la politica è quella che è.

Vorrei dirvi molte altre cose, ad esempio che non esiste un problema statutario: l’abbiamo appena approvato, lasciamolo funzionare; vorrei dirvi che la qualità della ricerca è importante, ma lo è altrettanto la didattica e che è la bontà della qualità media della ricerca a contare nell’oggi e nel domani (vedasi il principio ispiratore della VQR in corso); vorrei dirvi che molte carte si giocheranno sul terreno dell’internazionalizzazione: molti oggi sembrano ignorare che Croazia a Serbia già oggi guardano a noi come importanti referenti storici.

Spero di aver dimostrato, durante gli incontri che ho avuto con molti di voi e con il mio programma, di avere una visione ed un idea per alcuni dei problemi che dovremo affrontare, non ho la soluzione pronta per tutti i i problemi che ci confrontano ed è per questo che chiedo sommessamente solidarietà, chi più ha più contribuisca, nel rispetto del valore della dignità individuale e collettiva.

Vostro

Maurizio Fermeglia
Trieste, 27 maggio 2013.

domenica 26 maggio 2013

Sulla lettera di RInaldo Rui sul Piccolo del 25 maggio 2013

Sul Piccolo di oggi compare un commento alla lettera di Rinaldo Rui pubblicata ieri. Il giornalista afferma un mio imbarazzo nel rispondere alle sue domande. Onestamente, non capisco come si possa 'vedere' imbarazzo al telefono, me lo farò spiegare alla prima occasione.
Il senso del mio discorso con il giornalista lo riporto di seguito:

Il Piccolo ha concesso molto spazio alle riflessioni del prof. Rinaldo Rui e giustamente, perché UNITS è una delle massime realtà del territorio, come è ovvio dal suo budget, dal suo personale e dalle sue funzioni. Direi che quella del prof. Rinaldo Rui è prima di tutto una accorata protesta contro il disinteresse che molta parte della classe politica italiana ha nei confronti dell'Università. Ciò che egli lamenta va infatti ben oltre la persona del Rettore uscente. Direi che le critiche all'operato di Peroni sono di gran lunga meno importanti della vibrata denuncia che egli leva: no - egli dice - le cose non vanno bene e chiunque verrà dopo il prof. Peroni dovrà tenerne conto; difatti egli si rivolge a tutti coloro che come me si sono candidati al rettorato, non esprime preferenze ma ribadisce che facili ottimismi e illusioni sarebbero esiziali. Su alcuni fatti Rinaldo Rui esprime pareri personali, che peraltro so bene essere alquanto diffusi nell'Ateneo, ma che non hanno spazio alcuno nell'attuale dibattito diretto ed indiretto tra i candidati-rettore: così ad esempio la questione dello statuto, che nessuno ha indicato e nessuno intende modificare. 
Condivido appieno la preoccupazione di Rinaldo Rui relativa ai numeri del corpo docente e ho più volte precisato che se non si interverrà con decisione su questo problema l'offerta didattica dell'Ateneo sarà a rischio e condivido altresì molti aspetti del disagio del personale tecnico-amministrativo: in questi ultimi tempi si è discusso troppo di cose ridicole come il protocollo e non dei problemi delle persone e dei servizi.
So che Rinaldo Rui è un eccellente studioso e che è stato un ottimo preside di facoltà e dunque penso che le sue opinioni vadano comunque tenute in attenta considerazione e - permettetemi di dirlo - non tanto contro bensì a favore di qualcosa, e questo qualcosa è la nostra Università, che è di chi la ama e che onestamente ci lavora dentro.


sabato 13 aprile 2013

L’università di Trieste verso il 2020


L’Università è un sistema complesso ed è anche una delle realtà più rilevanti per numero di dipendenti e di fruitori di servizi nella nostra Regione. Le finalità istituzionali dell’Università Italiana sono l’acquisizione di nuova conoscenza e la sua trasmissione alla comunità scientifica, ai giovani attraverso il processo formativo, alla società attraverso la sua diffusione ai cittadini e infine la sua applicazione produttiva. Questo ruolo è fondamentale in una società democratica e avanzata.

Ci troviamo in un momento di forte crisi, ma anche di grandi opportunità per rilanciare l’Università di Trieste verso il 2020. Ritengo fondamentale dare un senso alla nostra azione quotidiana e definire degli obiettivi, anche ambiziosi, ma raggiungibili, per poi perseguirli, con intensità e caparbietà, ma anche con l’intelligenza e la flessibilità del sapersi adattare alle difficoltà. Esattamente come fa un alpinista quando vuole raggiungere una vetta, ben conscio dei propri limiti, dei pericoli oggettivi ma anche delle proprie capacità.

Il mio obiettivo primario è di portare l’Università di Trieste a restare una Research University, in contrapposizione ad una Teaching University. Mi piacerebbe appartenere ad un’Università in cui la ricerca di eccellenza sia coniugata ad un ottima didattica, in cui il valore ed il merito siano elementi fondamentali per progredire. Un’Università che guardi ai giovani, alla loro voglia di fare ed al loro entusiasmo. Questo comporta attuare delle strategie che coinvolgono alcuni aspetti fondamentali del nostro Ateneo: mi piacerebbe vedere diminuire il numero di docenti inattivi, vedere migliorare il ranking dell’Università di Trieste nelle classifiche internazionale, peraltro già buono a livello italiano, vedere aumentare il numero delle borse e di conseguenza degli studenti di dottorato, vedere entrare giovani validi e motivati nei dipendenti dell’Ateneo, vedere i colleghi passare più tempo a fare ricerca che a riempire moduli.

Chi mi conosce sa che sono un convinto sostenitore dell’importanza della ricerca svolta ad alto livello, coniugata con un’efficace azione didattica. Questo connubio indivisibile ed il suo trasferimento agli studenti ed al tessuto sociale ed economico del territorio è l’essenza stessa dell’Università moderna. Credo che la mia formazione di studioso, unita alle competenze gestionali maturate negli ultimi anni, mi possano fornire gli strumenti necessari per assolvere i compiti di Rettore.

Iniziamo a discuterne.